La vicenda di Moreno Parotti e il percorso intrapreso con la dottoressa Monica Mastropaolo

La storia di Moreno Parotti, artigiano idraulico della provincia di Bologna, rappresenta un esempio
concreto di come situazioni di sovraindebitamento possano essere affrontate con strumenti previsti dalla
legge, a condizione di rivolgersi a professionisti realmente competenti in materia concorsuale. Un
percorso difficile ma risolutivo, reso possibile grazie alla consulenza della dottoressa Monica
Mastropaolo.

UN DEBITO NON VOLUTO
«Tutto è iniziato dopo la morte di mio padre», racconta Parotti. «Mi ero già trasferito da tempo
sull’Appennino e avevo lasciato l’attività di famiglia nel 1996. Pensavo che fosse tutto concluso. Invece,
anni dopo, ho cominciato a ricevere cartelle esattoriali a mio nome».
La causa era una firma apposta anni prima, in buona fede, per aiutare il fratello. Una garanzia che, a
seguito di un finanziamento non onorato, ha determinato un’esposizione debitoria imprevista. Parotti si è
ritrovato segnalato come cattivo pagatore, senza aver generato personalmente quel debito.

QUANDO SERVE UNA COMPETENZA SPECIFICA
«Ho consultato vari professionisti», continua, «ma tutti mi dicevano che non c’era nulla da fare, che la
casa sarebbe stata pignorata, che avrei dovuto arrendermi. Non volevo crederci».
Il consiglio di un conoscente lo indirizza alla dottoressa Monica Mastropaolo, specializzata nella gestione
delle crisi da sovraindebitamento. È stato l’inizio di un percorso complesso ma finalmente orientato a una
possibile soluzione.

LA GESTIONE DELLA CRISI SECONDO LA LEGGE
La dottoressa Mastropaolo ha valutato il caso e ha attivato una procedura di composizione della crisi da
sovraindebitamento, prevista dalla normativa italiana (Legge n. 3/2012, oggi parte del Codice della Crisi
d’Impresa e dell’Insolvenza – D.lgs. 14/2019).

Nel caso di Parotti, è stato applicato l ‘accordo con i creditori, uno strumento pensato per persone fisiche,
piccoli imprenditori o professionisti non soggetti alla liquidazione controllata.
«Con lei ho capito davvero in cosa consistesse la mia situazione. La procedura è durata tre anni, non è
stata semplice, ma ho avuto assistenza in ogni fase: dalla preparazione della documentazione, alla
gestione della procedura e fino alla esdebitazione ».

OLTRE L’ASPETTO TECNICO: L’IMPORTANZA DEL RAPPORTO UMANO
Parotti ricorda con gratitudine anche l’avvocato Paolo Zamboni, scomparso recentemente:
«Monica e Paolo sono stati presenti nei momenti più difficili. Mi hanno sostenuto anche sul piano umano.
Non mi hanno mai fatto sentire solo».
Il percorso ha dimostrato quanto sia importante, in situazioni simili, affidarsi a professionisti non solo
qualificati, ma anche capaci di ascoltare e accompagnare il cliente con rispetto e attenzione.

UNA DIFFICOLTÀ DIFFUSA, POCO COMPRESA
Secondo il rapporto 2025 del Ministero della Giustizia e della Banca d’Italia, oltre 2,8 milioni di cittadini
in Italia si trovano in una condizione di sovraindebitamento. Di questi, il 65% è costituito da autonomi,

piccoli imprenditori e artigiani. La maggior parte non conosce le tutele a disposizione né i percorsi
previsti dalla normativa.

UN NUOVO INIZIO POSSIBILE
Oggi Parotti ha ritrovato la serenità. Non ha più bisogno di assistenza legale o fiscale continuativa, ma ha
mantenuto un rapporto di stima con la dottoressa Mastropaolo.
«Alla fine abbiamo anche festeggiato. È stato un momento che non dimenticherò. Per me è stato come
ricominciare».

LA GESTIONE DI UN CASO DI SOVRAINDEBITAMENTO:ESPERIENZA E COMPETENZA NEL CONTESTO NORMATIVO ATTUALE
A cura di Monica Mastropaolo

Nel caso di Moreno Parotti è stato utilizzato, prima dell’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa
e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019), lo strumento dell’accordo di composizione della crisi da
sovraindebitamento, previsto dalla Legge n. 3/2012. Oggi, l’istituto corrispondente sarebbe il cosiddetto
“concordato minore”, disciplinato dagli articoli 74 e seguenti del Codice della Crisi.

Il ricorso a questo strumento è stato possibile grazie a una valutazione dettagliata del profilo debitorio del soggetto e alla costruzione di una proposta migliorativa per i creditori rispetto all’alternativa liquidatoria (oggi denominata “liquidazione controllata del sovraindebitato”, ex art. 268 e ss. CCI). La procedura ha richiesto la strutturazione di un piano economicamente sostenibile e giuridicamente fondato, in linea con quanto previsto dalla normativa vigente.

LA NECESSITÀ DI UNA SPECIALIZZAZIONE NELLA MATERIA
CONCORSUALE

La materia della crisi è altamente specialistica. Non è sufficiente una competenza generica: è necessaria
una conoscenza approfondita della normativa, unita a una pratica costante nella gestione delle procedure
concorsuali. La semplice lettura delle disposizioni non è sufficiente se non accompagnata da esperienza
concreta nella loro applicazione.

Nel mio caso, ho maturato quasi trent’anni di esperienza nel settore, durante i quali ho seguito numerosi
casi analoghi. Questo consente non solo di conoscere la legge, ma anche di comprenderne le applicazioni
giurisprudenziali, le prassi dei tribunali.

LA COSTRUZIONE DI UNA PROPOSTA MIGLIORATIVA PER I CREDITORI
Nel caso Parotti, la principale esigenza era evitare la perdita dell’abitazione. Questo obiettivo è stato
raggiunto grazie all’elaborazione di una proposta credibile e sostenibile per i creditori, resa possibile
anche dal reperimento di finanza terza, cioè di risorse provenienti da soggetti terzi disposti ad intervenire
in favore del debitore.

In base all’art. 74, co. 2 del CCI, l’accordo deve garantire ai creditori un trattamento più favorevole
rispetto alla liquidazione del patrimonio. Pertanto, il nostro compito è stato quello di predisporre una
soluzione economicamente più vantaggiosa per gli stessi, anche attraverso l’apporto esterno di liquidità.
Abbiamo in vitato il sig. Parotti a riflettere e individuare chi potesse aiutarlo.

LA NECESSITÀ DI UN RAPPORTO UMANO E OPERATIVO
Al di là degli aspetti tecnici, vi è un elemento imprescindibile nella gestione di queste situazioni: la
capacità di instaurare un rapporto di fiducia e accompagnamento. I soggetti sovra indebitati vivono spesso stati di forte ansia e disorganizzazione. È quindi essenziale fornire non solo assistenza giuridica, ma anche
supporto operativo, aiutandoli a raccogliere i documenti, a ricostruire le vicende debitorie e a non
smarrirsi nel processo.

Molti abbandonano la pratica se lasciati soli. Serve una presenza costante, anche informale, per condurre a termine con successo il procedimento.

L’IMPORTANZA DELL’ANALISI PRELIMINARE
Prima di avviare qualunque procedura è fondamentale una valutazione etica e soggettiva del debitore, in
conformità all’art. 66 del CCI. Il beneficio delle procedure di sovraindebitamento non è infatti concesso a
chi ha agito con dolo o colpa grave, o a chi ha compiuto spese incoerenti con le proprie reali condizioni
economiche.

Nel caso del sig. Parotti, è stata condotta una verifica preliminare della storia debitoria, per accertare
l’assenza di elementi ostativi e la sussistenza dei requisiti di buona fede. Solo a quel punto è stato
possibile strutturare la procedura.

IL POST PROCEDURA: RAPPORTI E MONITORAGGIO
Una volta conclusa con successo la procedura, il nostro intervento si considera concluso. Non è previsto
un monitoraggio post-risanamento, se non su richiesta del cliente e per finalità diverse. Il rapporto può
naturalmente proseguire nel tempo, ma non è un elemento strutturale della procedura.

Questa esperienza conferma come, nei casi di sovraindebitamento, l’intervento di professionisti con
competenze specifiche nella materia concorsuale sia fondamentale per individuare soluzioni sostenibili e
pienamente conformi alla normativa.

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